È amministratore delegato di Pirelli RE e vicepresidente di Pirelli, nonché vicepresidente della finanziaria Camfin. Siede nei consigli di amministrazione di
Telecom Italia [aaaaaaahahahahahahah ah ah ah aaarrrrrggggrrrr],
Olimpia,
GPI
e Capitalia.
Estratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Alessandro_Puri_Negri
Carlo Puri Negri e l'effetto Telecom
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Data: 01/05/2007
Autore: Guglielmo Pelliccioli
Intervista: No
Descrizione:
Marco Tronchetti Provera l’ha detto almeno una mezza dozzina di volte, nell’ultima settimana, dopo l’uscita di scena da Telecom: “ Ora la Pirelli punterà sugli immobili”. Più che un’idea, quella dell'ex n.1 di Telecom, è un progetto preciso che, a nostro parere, può riservare qualche sorpresa.
Vediamo perchè.
Innanzitutto l’affermazione di Tronchetti è un esplicito complimento a Carlo Puri Negri che, in poco più un decennio, ha saputo trasformare una piccola società della galassia Pirelli, come la Vitruvio, formata da quattro persone ( Carlo Bianco, Emilio Biffi, Giovanni Nassi e lo stesso Puri) in una delle prime aziende del real estate europeo portando, come dote di partenza, il patrimonio di alcuni immobili intorno alla sede Pirelli di via Negri a Milano e il progetto di sviluppo della Bicocca. Ma, ad essere realisti, nelle parole di Tronchetti non si può non leggere anche un segno di compiacimento verso quel Carlo Puri che, quindici anni prima, gli aveva dato un formidabile sostegno facendo confluire nella sua holding Gpi le quote possedute in Pirelli ed ereditate dalla mamma Margherita, cugina diretta di Leopoldo Pirelli. Di quel sodalizio, all’inizio Tronchetti Provera, aveva assunto il ruolo di indiscusso timoniere e guida, mentre Puri Negri entrava nel gruppo dalla porta di servizio per imparare il mestiere dell’imprenditore partendo dal settore che più lo affascinava ma che per il gruppo comportava meno rischi, viste le ridotte dimensioni del business del mattone di quei fine anni ‘80. L’allievo si era messo giudiziosamente a studiare e a far pratica d’officina, lavorando tanto e mettendoci tutta la buona volontà possibile per mettersi in buona luce di fronte al maestro-amico e alla community finanziaria, invero alquanto scettica di fronte all'ultimo rampollo Pirelli, ramo Negri. Anni che comunque sono serviti a Puri per farsi una solida esperienza, per allargare il giro delle conoscenze che contano, per saldare importanti rapporti internazionali, per cominciare a ritagliarsi un ruolo di manager di successo.
Un impegno portato avanti con dedizione e indubbio successo, al punto che ora i giochi potrebbero cambiare radicalmente. Non pochi commentatori, infatti, dietro le affermazioni di Tronchetti vedono una sorta di investitura dell’amico Carlo ad incarichi di più importante livello. Chi ha buona memoria non ha certo dimenticato come l’avvento di Tronchetti, a capo di Pirelli, maturò come conseguenza al tracollo finanziario cui andò incontro la società, allora guidata da Leopoldo Pirelli, nel tentativo di conquistare la rivale tedesca Continental. Correva l’anno 1991 e così nasceva l’astro Marco Tronchetti Provera che, subito, qualchuno pensò di candidare al trono di successore carismatico dell’Avvocato.
Oggi, a distanza di 16 anni, il destino sembra ripresentare di nuovo il conto in casa Pirelli sotto le spoglie di un altro affare abortito con dolore: Telecom appunto!
Le confessioni amare rilasciate in questi giorni da Tronchetti, ‘vittima’, a suo dire, di una certa classe politica e di un ben definito potere bancario, non possono certo far dimenticare il costo che per Pirelli ( e i suoi azionisti) ha avuto l’avventura Telecom. Al tempo stesso, non è fuori luogo pensare come oggi gli spazi 'istituzionali' dove muoversi per Tronchetti si siano di molto ristretti; senza contare poi del pericolo incombente, di tipo giudiziario, che rischia di coinvolgerlo in merito allo scandalo delle intercettazioni Telecom.
Vi sono dunque ragionevoli motivi per pensare che il futuro di Puri Negri non sia circosritto ai soli orizzonti di Pirelli Real Estate ma che possa aspandersi fino a raccogliere l’eredità di Tronchetti Provera. Del resto nessuno come Puri Negri può oggi considerarsi legittimamente l’erede di casa Pirelli sia per sostanza azionaria che per discendenza familiare. Comunque, anche senza far correre troppo la fantasia verso scenari da saga familiare, è chiaro che il real estate appare destinato ad assumere una valenza sempre più importante nel core business del gruppo Pirelli. Vuoi perché oramai gli asset della società capofila della Bicocca si sono ridotti alle sole componenti mattoni e pneumatici vuoi, soprattutto, perché nessuno come PirelliRe è stata abile ad adottare un modello di business così originale e strategico nel mercato immobiliare. Basti pensare ai diversi fronti di attività che ha aperto in questi anni: dai fondi immobiliari ai non performing loans, dallo sviluppo all’agency alla rete di franchising, dalle gestioni patrimoniali al project management. Un disegno strategico che copre tutte le aree in cui si articola il variegato sistema immobiliare e che PirelliRe si appresta ad esportare dall’Italia per applicarlo al resto d’Europa.
Puri Negri è l’architetto che, con pazienza e tenacia, ha costruito questa macchina da guerra; si è mosso con grande determinazione cogliendo le opportunità di un mercato in piena evoluzione ma anche con indubbia intelligenza senza andare ad intaccare la propria immagine con la politica o con business eccessivamente speculativi. Ha saputo affermare una propria leadership personale, prima ancora che imprenditoriale, mettendo abilmente a frutto quelle doti ‘sceniche’ che, giovanili esperienze di palcoscenico, gli hanno affinato contribuendo a rendere charmant il suo personaggio. Non si è mai sovraesposto mediaticamente al punto che la sua immagine appare, nell'attuale congiuntura, molto più spendibile di quella dello stesso Marco Tronchetti Provera. Nel frattempo Puri ha anche assunto incarichi importanti nei consigli di amministrazione di istituzioni di primo piano come Telecom, Capitalia per non parlare di Pirelli. Insomma pare proprio che il lungo percorso di apprendistato, per l'ex ragazzo scapestrato che lo zio Leopoldo non si fidava a portare in Pirelli nemmeno come stagista, possa ormai definirsi felicemente concluso.
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Il caso Puri Negri
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Data: 26/09/2006
Autore: Guglielmo Pelliccioli
Intervista: No
Descrizione:
Non conosciamo le ragioni che hanno spinto ieri Carlo Puri Negri ad emettere quel comunicato di smentita su suoi presunti interessi personali nell’acquisizione di Unim da parte di Milano Centrale.
Conoscendolo forse meglio di altri, grazie alle numerose frequentazioni professionali, siamo convinti che il doversi difendere come ha fatto ieri gli sia costato moltissimo. Non tanto a livello personale in quanto un manager deve essere pronto a subire attacchi e affronti di qualsiasi genere ma per la società che ha creato e nella quale ha investito ogni energia. Pirelli Real Estate, che piaccia o non piaccia è Carlo Puri Negri. Sua è stata l’idea del modello particolarissimo di business, suoi sono stati i contatti iniziali con banche d’affari come Morgan Stanley che non si sarebbero mai sognate di investire in Italia, suo il merito di aver dato una scossa al sistema immobiliare italiano modernizzandolo e rifondandolo. Diciamolo francamente: senza la Pirelli il mondo immobiliare italiano sarebbe ancora fermo a dieci anni fa, cioè al tempo delle alabarde e delle durlindane. Siamo d’accordo che questo ruolo non gli dia nessun diritto di sentirsi al di sopra di ogni sospetto come del resto non lo è per nessuno di noi, giornalisti compresi. Però ci sembra di intuire nelle affermazioni di Puri Negri un’amarezza che va oltre la propria persona e, se possibile, oltre la reale consistenza delle accuse che gli sono state rivolte. E’ l’amarezza di chi ha realizzato un progetto imprenditoriale che alla fine ha coinvolto una moltitudine di partner e ha moltiplicato i suoi effetti in mille direzioni e che ora vede messe in pericolo nel modo più subdolo. Non per una crisi di mercato o di valori aziendali ma per degli attacchi personali che si propongono di colpire oltre al manager anche l’impresa.
Qualcuno ha detto, proprio a proposito di Telecom guarda caso anche lei nell’occhio del ciclone, che bisogna distinguere i manager dall’azienda. E’ vero però non dimentichiamo mai che le imprese le fanno i manager e se un’impresa è sana e produce lavoro e ricchezza non è per opera di una legge o di un’alchimia politica o tantomeno finanziaria. Dietro ci sono degli uomini che hanno saputo valorizzarla, che ci hanno creduto, che vi hanno investito risorse ed energie con grande coraggio e determinazione. Prima di buttare a mare questo lavoro e questi frutti, magari per uno scoop giornalistico su commissione, bisognerebbe riflettere bene. Ripetiamo nessuno è intoccabile ma lasciamo fuori dai giochi della politica le imprese e quanti ci lavorano. Il nostro paese ha così tanto bisogno di risollevarsi e crescere che ogni azione che ne mini la credibilità deve essere ben ponderata e assunta con la consapevolezza di prendersi una grande responsabilità.
Il vento che si sta alzando sul settore industriale, e immobiliare in particolare, non è dei migliori. I bagliori del luglio scorso forse erano solo le avvisaglie di un temporale ben più fragoroso. Speriamo sia solo un’impressione ma, a costo di sembrare monotoni, mai come ora il sistema immobiliare deve stare unito e coeso. Guai a distrarsi!
quotidianoimmobiliare.it
Puri Negri, l' uomo che inventò un nuovo modello di business
Repubblica — 23 luglio 2007 pagina 35 sezione: FIRENZE
Carlo Puri Negri ha il merito di impersonare un caso che non è così frequente nel mondo dell' industria e della finanza. Quello di un manager che, dopo aver mosso i primi passi nelle più varie direzioni, scopre poi una vocazione precisa, e in essa si dimostra fantasioso e innovativo, e in grado di produrre valore.
Puri Negri, membro a pieno titolo - in un certo senso ancor più di Marco Tronchetti Provera - della famiglia Pirelli, in quanto figlio di Maddalena, aveva certo un 'marchio di fabbrica' in grado di lanciarlo in qualsiasi branca economica avesse voluto. Lui, a un certo punto, verso la fine degli anni Ottanta, ha scelto il comparto immobiliare, allora ben lontano dallo sviluppo anche finanziario che ha raggiunto oggi. Ci si è buttato anima e corpo e in pochi anni ha letteralmente inventato un business, quello di Pirelli Real Estate, molto apprezzato da alcuni analisti: «Ci piace la strategia di Pirelli Re - ha scritto ad esempio Marco Cristofori di Chevreux Italy nell' ultimo report del 26 giugno scorso - poiché tenta costantemente di anticipare i trend del mercato, mentre cerca nuove modalità di creazione di valore».
Nato a Genova nel 1952, sposato con cinque figli, appassionato di vela, Carlo Alessandro Puri Negri ha studiato all' Università di Milano, specializzandosi nei settori della comunicazione e dell' immobiliare. Ma Puri aveva anche il pallino della recitazione e per un po' ha fatto anche l' attore, come ben dimostra un attestato che conserva appeso in una parete dell' ufficio (e del resto ha per moglie l' attrice Clio Goldsmith).
Dal 1975 al 1977 è stato produttore presso la Biennale di Venezia.
Dal 1977 al 1987 ha ricoperto vari incarichi nei gruppi L' Espresso e Mondadori (televisione, marketing e pubblicità).
Nel 1988 è diventato amministratore di Carignano Spa (immobiliare).
La svolta, per Puri, arriva l' anno successivo.
Nel 1989 entra nel gruppo Pirelli come membro del consiglio d' amministrazione di Milano Centrale, l' immobiliare del gruppo che inizialmente (quando ancora si chiamava Vitruvio Spa) doveva occuparsi della sola riqualificazione dell' ex area industriale della Bicocca.
Ma l' appetito vien mangiando e nel
1991, quando Puri assume la carica di amministratore delegato, Milano Centrale ha già l' ambizione di diventare un primario operatore immobiliare.
Dal ' 91 al '98 Milano Centrale cresce acquisendo patrimoni immobiliari. In questo periodo matura l' intenzione di Morgan Stanley di entrare nel mercato italiano diventando partner dell' impresa guidata da Puri Negri.
mentre solo una quota del 25% resta a PIrelli Re. Subito dopo, il brand Milano Centrale si trasforma in Pirelli Re, che verrà quotata in Borsa più avanti, nel 2002.
Matura tuttavia in questa fase il nuovo business model di Pirelli Real Estate, che diventa qualcosa di diverso da una normale property company come Beni Stabili, ad esempio. La società guidata da Puri fonda il suo business soprattutto sui servizi: property, facility e project management per gli immobili under management ma anche per gli immobili di terzi. Questa parte rappresenta oggi il 59 per cento dei ricavi. Un' altra parte importante dei ricavi, il 35 per cento, è rappresentato dalle fees che arrivano dai fondi e dall' asset management.
Come si vede, Pirelli Re è una società che ha 'smaterializzato' gli immobili, e che ha puntato per prima sulla finanza immobiliare.
Il merito di questa originalità del business è di Puri Negri. L' unico modello esistente sul pianeta che si avvicini a quello di Pirelli Re è quello di una società australiana sconosciuta ai più.
Di Puri si dice sia un manager molto aggressivo: sull' acquisizione di immobili, sui prezzi, sulle trattative, la sua presenza è sempre incombente. E gli uomini che sceglie hanno lo stesso piglio, a volte al limite dell' arroganza.
Non scherza nemmeno con i politici: quando, lo scorso anno, il viceministro dell' Economia Vicenzo Visco, insieme al ministro delle Attività Produttive Pierluigi Bersani, tentò di rivoluzionare la tassazione delle società immobiliari, Puri fece la spola varie volte tra Milano e Roma per spiegare le sue ragioni. Convinti da Puri, Visco e Bersani fecero marcia indietro.
Anche con il precedente governo Berlusconi, l' ad di Pirelli Re aveva un ottimo rapporto: era riuscito a farsi approvare la nascita dei fondi ad apporto in conflitto d' interesse. In pratica, Pirelli Re era autorizzata ad apportare a un fondo, gestito dalla propria Sgr, fino al 60 per cento di immobili propri. Secondo alcuni osservatori era decisamente troppo, e forse per pudore Puri ha fatto nascere i primi fondi ad apporto, Tecla e Berenice, non in formale conflitto d' interesse (ma comunque con immobili di Telecom, e per l' occasione la Consob riconobbe alla Pirelli lo status di non controllante ...). Proprio Tecla e Berenice sono stati al centro in queste ultime settimane di una guerra all' ultima Opa.
Per Tecla Puri è riuscito nell' Opa e probabilmente adesso questi immobili saranno inseriti in un una società di diritto straniero. Così Pirelli Re sarà stata in grado di lucrare sulla differenza tra valore di quotazione ed effettivo valore degli immobili sottostanti.
Se Berenice andrà alla prima cordata, Pirelli Re potrebbe perdere alcune fees relative all' asset management. Il che sarebbe vissuto da Puri come uno smacco. Si dice che sia tanto attaccato all' andamento del titolo, che in questi ultimi mesi è sceso insieme a tutto il settore immobiliare, da avere sempre gli occhi puntati sullo schermo che ha sulla scrivania, aperto sulle contrattazioni di Borsa. E quando va troppo giù, chiama i suoi uomini per mettere in piedi qualche comunicato sulle nuove acquisizioni o i nuovi progetti. (a.bon.)
ricerca.repubblica.it
25-09-2008
Epic, la parola a Puri Negri
17-12-2008
Pirelli RE punta a ridurre i costi focalizzandosi sulle attività core
di Marcella Persola
Pirelli Re crea una nuova struttura organizzativa focalizzata su due macro-aree: Italia e Germania, per valorizzare la qualità degli asset in portafoglio e semplificare i livelli organizzativi. Petrosino e Bottelli alla guida delle due direzioni generali.
In attesa della presentazione a febbraio del nuovo piano industriale triennale, Pirelli RE ha dato vita a una riorganizzazione della struttura societaria con l'obiettivo di razionalizzare la struttura e focalizzarsi sulle due principali aree territoriali di business.La società guidata da Carlo Alessandro Puri Negri ha definito due macro aree territoriali, Italia e Germania, che faranno capo a due diverse direzioni generali, rispettivamente affidate a Rodolfo Petrosino (Italia) e Paolo Bottelli (Germania), che dipenderanno direttamente dal vice presidente esecutivo Carlo A. Puri Negri.L'intento della nuova organizzazione è quella di rispondere in modo efficiente alla crisi del mercato, accelerando il rilancio della società attraverso la focalizzazione sullo sviluppo delle attività core, italiane e internazionali, evidenziando la qualità degli asset in portafoglio e semplificando i livelli organizzativi in modo da ridurre i costi. Inoltre tutte le azioni messe in cmpo da Pirelli RE hanno la finalità di far evolvere il modello di business da un modello espansivo a uno più focalizzato sul consolidamento. Infatti nella nuova organizzazione si concentranno gli asset della società.In linea con tali obiettivi, a Claudio De Conto è stata affidata la responsabilità di supervisione e indirizzo in materia di finanza attribuendogli apposita delega. A De Conto riporterà l’attuale direttore generale finanza & human resources di Pirelli RE, Gerardo Benuzzi. “Crediamo che questa ulteriore razionalizzazione e semplificazione – ha dichiarato Carlo A. Puri Negri - ci permetterà di rendere più efficiente la gestione degli asset in portafoglio, di migliorare i flussi finanziari e di accelerare, anche grazie al supporto e all’esperienza del dott. De Conto, il turnaround che abbiamo avviato".
06-11-2008
Fondi immobiliari, Tecla cede due immobili a Roma
di Marcella Persola
Tecla fondo Uffici vende 2 immobili a Roma e realizza una plusvalenza di 3,75 milioni. Un risultato che inciderà sui prossimi risultati della divisione uffici di Pirelli Re che nei primi nove mesi dell'anno ha ottenuto dei risultati negativi.
Dopo che il comitato di gestione ha deciso di modificare il mandato di gestione del Fondo Tecla per far sì che le commissioni siano meno incisive sull'operativà, arriva la notizia che il fondo Tecla Uffici ha venduto 2 immobili per un importo complessivo di 12, 45 milioni.
I 2 immobili ad uso terziario situati entrambi a Roma, Via Macinghi Strozzi 36 (superficie complessiva circa 3.063 mq) e Via Fontebuono 80 (superficie complessiva circa 4.467 mq), sono stati ceduti ad un investitore privato italiano e sono attualmente locati, con un reddito annuo complessivo di 729.957 euro (yield del 6,13% sull’O.M.V.).
L'operazione ha consetito di realizzare una plusvalenza lorda pari a 3,75 milioni rispetto al book value (+43,2%) e pari a 550.000 euro rispetto all’open market value (+4,62%). E inciderà sui prossimi risultati della divisione uffici. La divisione uffici della società guidata da Carlo A. Puri Negri ha riportato dei risultati in calo nei primi nove mesi dell'anno. I ricavi infatti sono calati passando da 397,7 milioni ai 340 milioni di euro del 2008. E il risultato operativo comprensivo del risultato da partecipazioni dei primi nove mesi del 2008 è positivo per 35,7 milioni a fronte di un risultato positivo di 96 milioni.